Gli ultimi dati sull'inflazione negli Stati Uniti indicano chiaramente la necessità di continuare a mantenere i tassi di interesse ai livelli attuali e proprio ieri alcuni funzionari della Federal Reserve hanno confermato queste ipotesi. Questo, in generale, è stato il motivo di un certo rimbalzo del dollaro. Inoltre, il rafforzamento della valuta americana avrebbe potuto essere un po' più impressionante, ma la produzione industriale negli Stati Uniti ha agito da limitatore. Si prevedeva che il tasso di crescita avrebbe accelerato dallo 0,0% allo 0,1%. Allo stesso tempo, il dato precedente è stato rivisto in meglio, allo 0,1%. Ma il fatto è che invece di mantenere i tassi di crescita, il settore ha registrato un calo del -0,4%.
Oggi il mercato cercherà molto probabilmente di consolidarsi attorno ai valori raggiunti. Principalmente a causa della completa assenza di nuovi dati. Dopotutto, l'unica cosa a cui prestare attenzione è l'inflazione nell'area euro. Ma parliamo di dati definitivi, che dovrebbero solo confermare la valutazione preliminare di cui il mercato ha già tenuto conto.
La coppia EUR/USD ha ridotto il volume delle posizioni long intorno al livello di 1,0900. Il risultato è stato un pullback dal recente ciclo rialzista.
Dal punto di vista dello strumento RSI H4, il prezzo sta uscendo dalla zona di ipercomprato, che corrisponde alla fase di pullback.
Per quanto riguarda l'indicatore Alligator H4, le linee mobili MA sono ancora dirette verso l'alto, ignorando il pullback.
Aspettative e prospettive
In questa situazione, un pullback tecnico può avere un effetto positivo sullo sviluppo del ciclo rialzista grazie al raggruppamento delle forze commerciali. Tuttavia, per una successiva crescita del volume delle posizioni long, è necessario stabilizzare i prezzi al di sopra del livello di controllo. Fino ad allora, il mercato continuerà ad arretrare o consolidarsi.
L'analisi complessa degli indicatori nel breve termine e nei periodi intraday indica un pullback.