Il capo della Federal Reserve, Powell, intervenendo in una riunione della commissione a Washington, ha dichiarato che gli ultimi dati mostrano "l'assenza di ulteriori progressi nella lotta contro l'inflazione". Ha inoltre osservato che sarà necessario più tempo per acquisire fiducia nell'inflazione, ed è del tutto opportuno permettere alla politica di continuare a lavorare.
Questa dichiarazione mette fine alle discussioni su un'imminente vittoria sull'inflazione e cancella le ultime illusioni riguardo alla preparazione per un taglio dei tassi della Federal Reserve. Ora l'agenda è completamente diversa: come mantenere l'economia globale al riparo da un'altra crisi, poiché in queste circostanze non ci si può aspettare una crescita globale.
La scorsa settimana, la Banca del Canada ha mantenuto invariato il tasso di riferimento al 5%, come previsto. La Banca ha espresso l'intenzione di assicurarsi che il calo dell'inflazione a gennaio e febbraio non sia stato casuale e che la tendenza sia stabile. Ieri, questi dati sono stati confermati: l'inflazione core a marzo è scesa al 2% su base annua, e ora non c'è nulla che impedisca di iniziare a ridurre i tassi a giugno. Il principale contributo alla riduzione dell'inflazione proveniente dai prezzi delle merci.
Ma dopo che le aspettative per il taglio dei tassi della Federal Reserve si sono spostate a settembre, le probabilità che la Banca del Canada, o ad esempio la BCE, inizino il loro ciclo di riduzione dei tassi a giugno sono diminuite. Questo è dovuto principalmente al fatto che è proprio la Federal Reserve che stabilisce il trend globale nell'analisi dell'economia globale. Finché la Federal Reserve rimarrà in guardia riguardo a un possibile ritorno dell'inflazione, le altre principali banche centrali coinvolte nella formazione dell'indice del dollaro adotteranno un atteggiamento attendista.
Tuttavia, se si considerano solo i dati interni dell'economia canadese, il calo dell'inflazione core al 2% (indipendentemente da ciò che sta accadendo nell'economia globale) è un fattore di pressione ribassista sul dollaro canadese. Questo è il fattore molto forte che non permetterà alla coppia USD/CAD di iniziare a diminuire, finché la valutazione di mercato dei piani della Federal Reserve non inizia a cambiare di segno.
La posizione netta corta su CAD è aumentata di 158 milioni durante la settimana, raggiungendo -3,934 miliardi, con un posizionamento nettamente ribassista, il prezzo di liquidazione è al di sopra della media a lungo termine ed è orientato al rialzo.
La coppia USD/CAD ha superato con sicurezza la resistenza a 1.3670/80 e si sta dirigendo verso il limite superiore del canale rialzista. Non c'è motivo di aspettarsi un ritracciamento correttivo, e ancor meno un'inversione ribassista. L'obiettivo si è spostato nella zona 1.3880/3900, il superamento della quale avvicinerà il tentativo di attacco del livello di 1.3976 (il massimo di 4 anni).