Il PIL del Regno Unito si sta riprendendo da una lieve recessione nel 2023. Secondo quanto riportato dal NIESR, il PIL è cresciuto dello 0,1% a febbraio, con una crescita dovuta all'aumento della produzione, soprattutto nei settori manifatturiero e dei servizi.
Nel primo trimestre, il NIESR prevede una crescita dello 0,4%, con una previsione preliminare per il secondo trimestre di +0.3%.
Per quanto riguarda l'inflazione, l'indicatore principale che aiuterà a prevedere le future azioni della Banca d'Inghilterra, mercoledì fornirà risposte a molte domande. Si prevede che l'inflazione continuerà a rallentare, ma l'inflazione core rimarrà comunque superiore al 4% su base annua. Già venerdì scorso, i mercati prevedevano un taglio dei tassi della BoE entro il 1° agosto con buone possibilità per il primo taglio a giugno, ma il rapporto sull'inflazione dagli Stati Uniti, che ha spostato le aspettative sui tassi della Fed a settembre, ha confuso tutte le carte. La probabilità che la Banca d'Inghilterra inizi il suo ciclo di tagli prima della Fed è estremamente bassa.
Oltre al rapporto sull'inflazione, bisogna prestare attenzione alla pubblicazione del rapporto sull'occupazione martedì. Il punto chiave qui potrebbe essere il primo calo dei tassi di crescita dei salari medi esclusi i premi dal settembre dell'anno scorso al di sotto del 6% su base annua. Se il rilascio confermerà le previsioni e l'inflazione di mercoledì sarà in linea con le previsioni, ciò aumenterà le possibilità di una crescita correttiva di GBP/USD; se ci saranno segni di un'inflazione più stabile, la crescita a breve termine della volatilità terminerà a livelli inferiori rispetto a quelli attuali, poiché scompariranno le ultime illusioni sulla prontezza della Banca d'Inghilterra a tagliare i tassi prima della Fed.
Storicamente, la Banca d'Inghilterra ha sempre iniziato a regolare i tassi con un certo ritardo rispetto alla Fed, quindi agosto e ancor più giugno nelle attuali previsioni sembrano più una fantasia che previsioni reali.
La posizione netta corta su GBP si è ridotta di 1,2 miliardi durante la settimana di riferimento, scendendo a 2,2 miliardi. Il posizionamento è ancora rialzista, ma la tendenza ad abbandonare le posizioni long è sempre più evidente. Il prezzo di liquidazione è inferiore alla media a lungo termine ed è orientato al ribasso.
La sterlina è scesa sotto il supporto di 1,2500, come previsto, ulteriori dinamiche dipenderanno da come si svilupperà la situazione di avversione al rischio globale. Non ci sono motivi per attendersi un'inversione al rialzo; eventuali rialzi correttivi incontreranno resistenza a 1,2500, con l'obiettivo che si sposta al livello tecnico di 1,2354.