La posizione lunga netta in USD durante la settimana di riferimento è aumentata di altri 2,4 miliardi e ammonta a 16,1 miliardi, il posizionamento è fermamente rialzista. La crescita del dollaro è stata guidata dall'euro e dallo yen; per le altre valute, se ci sono stati riposizionamenti, sono stati insignificanti.
L'aumento della posizione long in USD è logico e facilmente spiegabile: più il mercato nutre dubbi sul fatto che la Federal Reserve inizierà a ridurre i tassi di interesse, più a lungo il dollaro rimarrà nel contesto di tassi elevati, maggiore sarà il rendimento rispetto ad altre valute e di conseguenza la domanda di dollaro.
Anche il rapporto sul mercato del lavoro degli Stati Uniti non è stato privo di sorprese. Il numero di occupati al di fuori del settore agricolo negli Stati Uniti è aumentato di 303 mila posti a marzo, un risultato che supera notevolmente sia le previsioni di +200 mila, sia la media storica di 190 mila. Il rapporto ha inoltre mostrato che il salario medio orario è aumentato dello 0,3% al mese. Ciò indica che la crescita dei salari è accelerata, suscitando preoccupazioni alla Federal Reserve per quanto riguarda l'inflazione. In questo contesto si sono espressi anche i rappresentanti della Federal Reserve, Logan e Bowman, che hanno quasi caratterizzato la situazione attuale con le stesse parole come "i progressi sull'inflazione sono in fase di stallo". Sì, la situazione sull'inflazione sta diventando complessa, ma per il destino del dollaro, tali rapporti hanno un impatto positivo e aumentano le prospettive rialziste.
Il capo della Federal Reserve, Powell, durante le festività pasquali ha lasciato intendere che i dati solidi consentono di attendere per attuare il ciclo di riduzione dei tassi al fine di ottenere più conferme del calo dell'inflazione. Il rendimento dei titoli TIPS, che costituiscono un ottimo indicatore delle aspettative inflazionistiche, sta aumentando: se a dicembre era sceso al 2,06%, venerdì è salito fino a un massimo di oltre 5 mesi, al 2,45%.
Oltre al mercato del lavoro, anche altri rapporti si sono rivelati piuttosto ottimistici. L'ISM manifatturiero a marzo è risultato notevolmente superiore alle aspettative, i dati indicano l'inizio dell'espansione della produzione per la prima volta dal 2022; a febbraio i consumi sono aumentati dello 0,4%, l'ISM nel settore dei servizi a marzo è leggermente diminuito rispetto a febbraio, ma è rimasto in territorio positivo.
I dati positivi contribuiscono al rafforzamento del dollaro statunitense in luce dei cambiamenti nelle previsioni sui tassi della Federal Reserve. Se all'inizio della scorsa settimana gli investitori tendevano a pensare che il primo taglio dei tassi si sarebbe verificato a giugno, con solo 3 tagli nel 2024, alla fine della settimana le aspettative per il primo taglio si sono distribuite equamente tra giugno e luglio.
Tutto indica che il dollaro appare più che sicuro rispetto ai suoi concorrenti e non ci sono praticamente motivi per venderlo, tranne uno: l'aumento del prezzo dell'oro, che potrebbe indicare una crescita generale della domanda di asset protettivi sulla scia di un rallentamento globale.