La giornata di ieri si è rivelata inaspettatamente molto più movimentata del previsto. Naturalmente l'attenzione si è concentrata sulle stime preliminari dell'inflazione nell'area euro, che mostravano un rallentamento della crescita dei prezzi al consumo dal 2,6% al 2,4%. Inoltre, l'occupazione negli Stati Uniti è aumentata di 184mila, con una previsione di 125mila. Ebbene, la ciliegina sulla torta sono state le parole di Jerome Powell secondo cui la Federal Reserve ha il tempo di analizzare le dinamiche macroeconomiche prima di decidere di iniziare a ridurre i tassi di interesse. In generale, tutto indicava una crescita del dollaro inevitabile e su larga scala. Tuttavia, per qualche motivo sconosciuto, la moneta unica europea è cresciuta. Contrariamente a tutti i dati e le dichiarazioni dei funzionari. E questo movimento è sostanzialmente inspiegabile. Sfortunatamente, questo accade raramente, ma succede. E in una situazione del genere, è meglio ammettere onestamente un fatto del genere piuttosto che costruire teorie del complotto che spieghino tutto nel mondo. Ovviamente ciò potrebbe avvenire solo nel caso di un flusso di capitali su larga scala dal dollaro alla moneta unica europea. Solo pochi fondi di investimento e banche possono farlo. Ma se non ci sono informazioni confermate su tali azioni da parte loro, non ha senso lanciare accuse. Fortunatamente, come notato sopra, ciò accade estremamente raramente. Oltretutto, tali salti non cambiano radicalmente la situazione. Abbastanza rapidamente il mercato ritorna alla normalità.
È del tutto possibile che tutto questo inizi oggi. Il motivo formale potrebbe essere rappresentato dai dati sui prezzi alla produzione nell'area euro, il cui tasso di calo dovrebbe rallentare dal -8,6% al -8,3%. Il movimento verso la stabilizzazione dei processi inflazionistici convincerà ulteriormente il mercato che sarà la Banca Centrale Europea la prima ad abbassare i tassi di interesse. Nel complesso, quindi, le prospettive per la moneta unica europea non sono così rosee.
Durante un movimento inerziale-speculativo, la coppia di valute EUR/USD è balzata sopra la soglia di 1,0840, contrariamente alla logica dell'analisi fondamentale. Dal punto di vista dell'analisi tecnica, si potrebbe verificare un rafforzamento delle posizioni lunghe dopo una rottura dal basso verso l'alto del livello di 1,0800.
Dal punto di vista dello strumento RSI, nei periodi M30, H1 e H4, c'è un segnale di tasso di cambio dell'euro ipercomprato.
Per quanto riguarda l'indicatore Alligator H4, le linee mobili MA sono dirette verso l'alto. Il cambio di direzione dell'indicatore è avvenuto nel momento in cui si è verificato un aumento d'impulso dei prezzi.
Aspettative e prospettive
In questa situazione, il tasso di cambio dell'euro è chiaramente ipercomprato, il che consente un rallentamento del ciclo rialzista con la formazione di un pullback. Tuttavia, in caso di inerzia, i segnali di ipercomprato potrebbero essere ignorati dagli speculatori. In questo caso, il movimento inerziale potrebbe dirigere la quotazione verso il livello di 1,0900.
L'analisi completa degli indicatori nei periodi a breve termine e intraday indica uno slancio al rialzo.