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EUR/USD. Perché il dollaro si sta rafforzando?

Aprile ha portato buone notizie per il dollaro. Almeno, il rapporto di ieri ha favorito i tori del dollaro, consentendo al biglietto verde di rafforzare le proprie posizioni su tutto il mercato, compresa la coppia con l'euro: il tasso di cambio EUR/USD è sceso bruscamente e al momento sta testando il livello di supporto a 1,0730 (la linea inferiore delle Bande di Bollinger nel grafico giornaliero). Il trend al ribasso sta gradualmente guadagnando slancio.

EUR/USD. Perché il dollaro si sta rafforzando?

Questa dinamica dei prezzi è dovuta principalmente al rafforzamento della valuta americana: l'indice del dollaro USA si è avvicinato ai limiti della 105ma cifra, aggiornando i massimi di quasi due mesi. Il biglietto verde è ulteriormente sostenuto dal rendimento dei titoli del Tesoro a 10 anni, che rimane al di sopra del target del 4,3%. L'euro, a sua volta, è sotto pressione a causa dei commenti accomodanti dei rappresentanti della BCE. I dati di marzo sulla crescita dell'inflazione nell'Eurozona (che saranno pubblicati domani) rischiano di aggravare la posizione della moneta unica. Secondo le previsioni preliminari, sia l'indice core che quello complessivo dei prezzi al consumo dovrebbero mostrare una dinamica al ribasso. Se il rapporto sarà in linea con le previsioni (o nella zona rossa), la probabilità che la BCE decida di tagliare i tassi a giugno aumenterà in modo significativo.

In sostanza, le prospettive di allentamento della politica monetaria da parte della Banca Centrale Europea a giugno dipenderanno dal dato salariale. Ricordiamo che il salario contrattuale nella zona euro nel quarto trimestre dell'anno scorso è aumentato del 4,5%. Questo è un valore alto, ma inferiore al terzo trimestre (4,7%). Se anche nel primo trimestre del 2024 questo dato mostrerà una tendenza al ribasso (lo scopriremo a maggio), la questione della riduzione dei tassi durante la riunione di giugno sarà risolta. In queste circostanze, il costo del lavoro è un fattore chiave per prendere la decisione appropriata.

Ma torniamo agli eventi negli Stati Uniti. Il balzo del dollaro di ieri è stato determinato da un forte rapporto sull'indice di produzione ISM. In primo luogo, perché l'indice si è trovato nella "zona verde". Secondo le previsioni, questo dato doveva aumentare a marzo fino a 48,5 punti (dopo il calo di febbraio), ma invece è salito bruscamente a 50,3 punti. In secondo luogo, perché l'indice di produzione si è trovato per la prima volta da ottobre 2022 nella zona di espansione, cioè sopra la soglia chiave di 50,0. La produzione è aumentata, la domanda si è trovata in territorio positivo. La struttura del rapporto indica che l'indice dell'occupazione è salito a 47,4 (rispetto al valore precedente di 45,9), l'indice dei prezzi pagati, componente dell'inflazione, è salito a 55,8 (a febbraio era al livello di 52,5), l'indice dei nuovi ordini è salito a 51,4 (rispetto al valore precedente di 49,2 punti).

Come già accennato, a marzo l'indice di produzione ISM ha deluso i tori del dollaro - invece dell'atteso aumento, è sceso a 47,8. Questo mese si è verificata una situazione speculare: un indice forte ha consentito all'indice del dollaro di aggiornare i massimi di più settimane e ai venditori dell'EUR/USD di scendere fino al fondo della settima cifra.

È interessante notare che i trader della coppia hanno praticamente ignorato l'indice PCE core, pubblicato lo scorso venerdì. Ricordiamo che questo dato inflazionistico (particolarmente importante per la Fed) è nuovamente sceso (per il settimo mese consecutivo), raggiungendo il 2,8% su base annua a febbraio. La reazione equilibrata del mercato è spiegata dal fatto che questo rapporto è stato in linea con le previsioni e, sostanzialmente, non ha cambiato nulla nel contesto delle aspettative di mercato.

Secondo i dati dello strumento CME FedWatch Tool, la probabilità di un taglio dei tassi di interesse nella riunione di maggio è attualmente dell'1%. Ciò significa che il mercato è quasi al 100% convinto che alla prossima riunione i membri della Federal Reserve manterranno lo status quo. Per quanto riguarda la riunione di giugno, la probabilità di un taglio dei tassi è del 60%. Neanche l'indice PCE core ha modificato questo valore.

Di conseguenza, la coppia EUR/USD ha ignorato il rapporto sull'inflazione e ha reagito abbastanza bruscamente all'indice di produzione ISM. Tuttavia, la coppia non è riuscita a superare il livello di supporto a 1,0730 (la linea inferiore delle Bande di Bollinger nel grafico giornaliero). Oggi, il prezzo si muove più per inerzia delle negoziazioni di ieri, in attesa degli eventi chiave di martedì. Oltre alla pubblicazione dei dati sulla crescita dell'inflazione in Germania, oggi (durante la sessione americana) parleranno diversi rappresentanti della Fed: il membro del Board dei governatori Michelle Bowman, il presidente della Federal Reserve Bank di New York John Williams, il presidente della Federal Reserve Bank di Cleveland Loretta Mester e il presidente della Federal Reserve Bank di San Francisco Mary Daly. Tutti loro hanno diritto di voto nel Comitato, quindi i loro commenti potrebbero causare una notevole volatilità nella coppia EUR/USD. Se sarà a favore del dollaro o contro la valuta americana è una questione aperta.

Dal punto di vista tecnico, la coppia EUR/USD sul grafico giornaliero si trova sulla linea inferiore delle Bande di Bollinger (1,0730) e sotto tutte le linee dell'indicatore Ichimoku (compresa la nuvola Kumo). Se la coppia supererà il livello di supporto a 1,0730, i prossimi obiettivi del movimento verso il basso saranno il livello a 1,0650 (la linea media delle Bande di Bollinger sul grafico mensile) e il livello psicologicamente importante di 1,0600.

*The market analysis posted here is meant to increase your awareness, but not to give instructions to make a trade
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