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Sebbene la moneta unica europea abbia continuato a scendere, non era ancora così attiva come il giorno prima. In generale, questo movimento può essere definito inerziale. Tanto più, il calendario macroeconomico di venerdì era completamente vuoto. Fondamentalmente lo stesso di oggi. Tuttavia, la differenza è che l'impulso a rafforzare il dollaro svanisce col tempo. In teoria si vede un tentativo di consolidamento nell'area dei valori raggiunti alla fine della scorsa settimana. Eppure, la portata e il ritmo del rafforzamento del dollaro sono così grandi che non appena si avverte un accenno di rimbalzo, la psicologia lavorerà ulteriormente e la correzione inizierà ad autoalimentarsi. In altre parole, lo sviluppo più probabile degli eventi è proprio un rafforzamento della moneta unica europea.
La coppia di valute EUR/USD ha rallentato il ciclo discendente attorno al livello di 1,0800. Di conseguenza, si è verificata una riduzione del volume delle posizioni corte, che ha già portato ad un abbassamento dei prezzi.
Dal punto di vista dello strumento RSI, nei periodi M30 e H1 ci sono stati segnali dell'euro fortemente ipervenduto, che indicava un pullback. Nel periodo di quattro ore, l'indicatore si muove nell'area inferiore 30/50, il che suggerisce che il ciclo al ribasso è ancora rilevante nel mercato.
Per quanto riguarda l'indicatore Alligator H4, le linee mobili MA sono dirette verso il basso, che corrisponde alla direzione del ciclo correttivo.
Aspettative e prospettive
Per un successivo aumento del volume delle posizioni corte nell'attuale ciclo di correzione, è necessario stabilizzare i prezzi al di sotto del livello di 1,0800 alla fine della giornata. Fino ad allora, sul mercato resterà lo scenario di un pullback tecnico, a causa del persistente segnale di ipervenduto del tasso di cambio dell'euro.
Un'analisi approfondita degli indicatori a breve termine indica un pullback dal livello di 1,0800. Mentre nel periodo intraday gli indicatori sono ancora focalizzati sul ciclo ribassista.