Come mostrano gli ultimi dati, i prezzi al consumo in Cina sono diminuiti nel mese scorso al ritmo più veloce dall'epoca della crisi finanziaria globale, aumentando la pressione sul governo, che da autunno dello scorso anno sta facendo del suo meglio per sostenere la vacillante ripresa economica.
L'indice dei prezzi al consumo è sceso dello 0,8% a gennaio rispetto all'anno precedente, ha riferito giovedì l'Ufficio nazionale di statistica. Questo è il dato più debole da settembre 2009. Il calo è risultato peggiore delle aspettative degli economisti, che prevedevano una diminuzione dei prezzi dello 0,5%. L'indice dei prezzi alla produzione è addirittura sceso del 2,5%.
Questi dati potrebbero alimentare le richieste al governo cinese di fare di più per stimolare l'economia e invertire il crollo del mercato azionario. Come notano numerosi economisti, negli ultimi tempi la fiducia nella seconda economia mondiale è diminuita, nonostante i tentativi del governo di adottare vari tipi di programmi di incentivi, compreso il sostegno al mercato immobiliare.
Recentemente sono circolate voci secondo cui il presidente Xi Jinping avrebbe dovuto esaminare personalmente le informazioni sull'economia provenienti dagli organi di regolamentazione e, a quanto pare, la rimozione del capo del regolatore dei titoli è stata una risposta ai dati ottenuti, causando uno shock in tutto il settore.
"I dati odierni sull'indice dei prezzi al consumo mostrano che la Cina sta affrontando una costante pressione deflazionistica. Il paese deve adottare misure abbastanza aggressive per evitare il rischio di radicamento delle aspettative deflazionistiche tra i consumatori", ha dichiarato Pinpoint Asset Management Ltd.
Va notato che gran parte dell'anno scorso la Cina ha sofferto a causa della diminuzione dei prezzi, poiché il paese si sforzava al massimo per ripristinare la domanda interna e la fiducia dei consumatori. Alla fine del quarto trimestre è stato registrato il più lungo periodo di rallentamento della crescita dei prezzi dal 1999, il che non fa altro che sottolineare la portata del problema deflazionistico.
Recentemente, la Banca Popolare della Cina ha fatto capire che la lotta contro la deflazione è una priorità, il che sembra suggerire che nel prossimo futuro saranno introdotte ulteriori misure di stimolo. La domanda è quanto sarà forte il nuovo sostegno all'economia e se la banca adotterà una politica monetaria più accomodante.
L'indice core dei prezzi al consumo (che non tiene conto delle categorie volatili come i prezzi dei prodotti alimentari e dell'energia), è cresciuto solo dello 0,4% a gennaio, più lentamente rispetto a dicembre.
Molti economisti sono convinti che attualmente i rischi di deflazione siano più accentuati che mai. Se la Cina non riuscirà a invertire questa tendenza, il rischio di una spirale discendente, in cui le persone si astengono dagli acquisti in attesa che i prezzi continueranno a diminuire, aggraverà la situazione economica complessiva del paese.
Ci si aspetta che la pressione deflazionistica in Cina persista almeno per sei mesi, principalmente a causa delle turbolenze nel mercato immobiliare. Sebbene la Cina sia riuscita a raggiungere l'obiettivo ufficiale di crescita del "circa 5%" nel 2023, replicare risultati simili quest'anno potrebbe essere difficile senza misure di stimolo più sostanziali.