L'ipotesi che abbiamo sostenuto quest'estate secondo cui la Fed potrebbe non osare più aumentare i tassi di interesse è corretta. Precedentemente, abbiamo più volte sottolineato che il regolatore avrebbe fatto grandi promesse di ulteriori aumenti dei tassi, ma alla fine potrebbe non attuare queste promesse.
Dunque, giovedì, gli investitori attendevano con ansia il discorso del presidente della Fed, Jerome Powell, presso il Club Economico di New York. Al centro dell'attenzione c'era il vecchio e ben noto tema della probabilità di un ulteriore aumento dei tassi di interesse entro la fine dell'anno in corso. Il presidente della Fed ha effettivamente affrontato questo argomento, ma il suo discorso non è stato rivoluzionario. Fondamentalmente, ha ripetuto il vecchio mantra secondo cui le decisioni sulla politica dei tassi saranno basate sui dati economici in arrivo. Mentre questi dati, nonostante alcune fluttuazioni positive, come i forti dati sull'occupazione a settembre, la riduzione della pressione inflazionistica al di sotto del 4% (sebbene ancora sopra l'obiettivo del 2%, ma nettamente migliore rispetto al 10%), e l'aumento dei salari, indicano che l'economia americana è sull'orlo di una recessione. Nonostante gli sforzi della Fed e della segretaria al Tesoro, Janet Yellen, nell'ottimizzare il quadro economico generale, la situazione rimane estremamente complessa, soprattutto nel settore reale dell'economia.
Questo stato di cose è la principale ragione per cui la Fed esita a continuare ad aumentare i tassi di interesse. Probabilmente, in un prossimo futuro, se l'inflazione non scenderà al tanto desiderato 2%, la Federal Reserve accetterà tacitamente l'idea che potrebbe essere compresa tra il 3% e il 4%. La principale giustificazione sarà che l'aumento del rendimento dei titoli del Tesoro completerà l'opera iniziata dalla Fed. In altre parole, la Fed userà i tassi di interesse più alti per limitare la domanda di denaro e quindi mettere pressione sull'inflazione.
Tra l'altro, quest'ipotesi è emersa in modo più evidente nei discorsi dei leader delle banche federali ed è stato menzionato per la prima volta ieri da Powell, il che indica un grande cambiamento nella percezione della Fed riguardo alla necessità di ulteriori aumenti dei tassi o meno.
Che impatto potrebbe avere sui mercati il cambiamento di paradigma della Fed riguardo a ulteriori rialzi dei tassi?
Probabilmente, al momento avrà un impatto limitato. Questo è dovuto principalmente alla crisi in Medio Oriente, che sta avendo un forte impatto negativo sui mercati. Inoltre, sembra che questi eventi abbiano anche un'influenza sulla Fed, costringendola a non aumentare i tassi al fine di evitare di destabilizzare ulteriormente il mercato finanziario americano, che già si trova in una situazione estrema.
È probabile che l'incertezza se ci sarà o meno un'operazione militare israeliana a Gaza sosterrà la domanda di oro e petrolio greggio. Questo motivo, unito al fatto che la Federal Reserve ha presumibilmente già completato il ciclo di rialzo dei tassi di interesse, metterà pressione sul dollaro statunitense. Tuttavia, un suo notevole calo è improbabile poiché è sostenuto dai rendimenti alti dei titoli del Tesoro.
Evidentemente, il fattore di incertezza riguardo allo sviluppo futuro degli eventi in Medio Oriente continuerà a influenzare negativamente la domanda di attività a rischio, a sostenere i prezzi del petrolio e dell'oro, che funge da bene rifugio. Gli eventi in questa regione rimarranno il principale fattore che influenzerà i mercati. Per quanto riguarda il dollaro, secondo l'indice ICE possiamo aspettarci che il suo consolidamento continui nell'intervallo 105,5-107,0 punti.
Previsione per oggi:
EUR/USD
La coppia continua a oscillare nel range compreso tra 1.0500 e 1.0630. È probabile che oggi possa ricevere un supporto limitato se riuscirà a rimanere al di sopra del livello di 1.0560 e salire fino a 1.0630. Tuttavia, se dovesse scendere al di sotto di questo livello, data la generale negatività legata agli eventi in Medio Oriente, potrebbe scendere fino a 1.0500.
USD/CHF
La coppia sta subendo una correzione al rialzo dopo il calo di ieri, dovuto in parte all'ipercomprato tecnico causato dalla chiusura di alcune posizioni corte. Il franco svizzero è considerato una valuta rifugio tradizionale, il che probabilmente lo sosterrà dati gli eventi in Medio Oriente e la pausa nell'aumento dei tassi da parte della Fed. La coppia potrebbe risalire verso il livello di 0.8965 prima di poter riprendere il calo, prima verso 0.8900 e poi verso 0.8860.