Dopo che i membri dell'OPEC+, l'Arabia Saudita e la Russia, hanno annunciato di mantenere la riduzione della produzione di petrolio per altri tre mesi, fino alla fine dell'anno, il petrolio è salito ulteriormente di prezzo. La Russia ha esteso la sua decisione volontaria di limitare le esportazioni di petrolio a 300.000 barili al giorno fino a dicembre 2023, agendo in collaborazione con l'Arabia Saudita, che continuerà a contenere la produzione di petrolio a un milione di barili al giorno con l'obiettivo dichiarato di mantenere la stabilità e l'equilibrio nei mercati petroliferi.
La continuata riduzione della produzione ha portato i prezzi del petrolio a toccare il massimo in 10 mesi.
Le esportazioni di petrolio e prodotti petroliferi dalla Russia via mare sono scese ai minimi dal settembre 2022, poiché a causa dell'alto consumo interno durante l'estate, i volumi disponibili per i mercati esterni sono stati limitati.
Mantenendo la promessa di ridurre le esportazioni di 500.000 barili al giorno da luglio ad agosto, i flussi russi verso l'India sono diminuiti del 30%, raggiungendo 1,5 milioni di barili al giorno.
La diminuzione delle esportazioni di petrolio russo ha reso la vita più difficile agli esportatori, poiché ora devono fare affidamento maggiormente sulla loro flotta d'ombra, il cui utilizzo è aumentato al 40-45% del totale delle esportazioni petrolifere durante l'estate, evitando le consegne e le assicurazioni G7.
Il fatto che l'Arabia Saudita abbia esteso la sua riduzione volontaria indica che i membri dell'OPEC+ sono abbastanza a loro agio nel sostenere prezzi elevati per un periodo più lungo e non sono preoccupati per le preoccupazioni delle banche centrali.
Prezzi più alti del petrolio alimentano le preoccupazioni sull'inflazione, il che potrebbe indurre la Federal Reserve a mantenere il suo atteggiamento restrittivo e a mantenere i tassi di interesse elevati per un periodo più lungo. Se i prezzi rimarranno alti, ciò creerà un effetto di base sfavorevole sull'inflazione annuale complessiva.
Tuttavia, l'OPEC rischia comunque, poiché tassi di interesse più elevati aumentano il rischio di una recessione nell'economia mondiale, il che ridurrà significativamente la domanda di petrolio.