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Petrolio: dopo un rally di 7 settimane, un passo indietro

Non è possibile una crescita infinita. Dopo un rally di 7 settimane, il petrolio ha fatto un passo indietro. La domanda è tornata al posto di guida nel mercato del greggio, il cui rallentamento ha spaventato i rialzisti. Una sequenza di dati macroeconomici deludenti dalla Cina ha portato alla riduzione dei tassi da parte della Banca Popolare Cinese. Tuttavia, l'espansione non è stata così aggressiva come si aspettavano gli investitori. Pechino è preoccupata per il deprezzamento dello yuan, mentre il mercato è preoccupato per la mancanza di stimoli monetari sufficienti. Di conseguenza, il Brent sta subendo una correzione.

Andamento settimanale dei principali tipi di petrolio

Petrolio: dopo un rally di 7 settimane, un passo indietro

L'impegno dell'Arabia Saudita e della Russia a innalzare i prezzi riducendo la produzione e le esportazioni ha provocato un rapido aumento della varietà del Mare del Nord nel periodo di luglio-agosto. Tuttavia, alla fine dell'estate, gli investitori hanno capito che questo fattore scatenante "rialzista" è in gran parte già incluso nei prezzi dei futures. Con tutto ciò, l'intenzione di Teheran di riprendere le esportazioni di petrolio di 450.000 barili al giorno attraverso l'oleodotto nord turco-iracheno attenua il calo della produzione di petrolio OPEC+.

Allo stesso tempo, crescono le preoccupazioni riguardo alla domanda asiatica. E non è solo la Cina a destare timori. Le importazioni di petrolio russo in India sono scese a luglio per la prima volta in 9 mesi, mentre le forniture dall'Arabia Saudita sono crollate al livello minimo degli ultimi 2,5 anni. Questa dinamica dei dati insieme ai problemi della Cina solleva dubbi sulla fattibilità delle recenti previsioni dell'Agenzia Internazionale dell'Energia (IEA) riguardo alla domanda globale record di greggio nel 2023.

Andamento di Brent e WTI

Petrolio: dopo un rally di 7 settimane, un passo indietro

Notizie altrettanto preoccupanti arrivano dagli Stati Uniti, dove la Federal Reserve (FED) intende mantenere il tasso sui fondi federali stabile al 5,5%, almeno fino a marzo 2024, o addirittura aumentarlo. Il rendimento dei titoli del Tesoro sta crescendo rapidamente, raggiungendo livelli più alti di oltre 10 anni, e il dollaro statunitense è abbastanza solido. Se gli investitori inizieranno ad avere preoccupazioni non solo riguardo alla domanda cinese e indiana di petrolio, ma anche riguardo alla domanda americana, potrebbero esserci guai. Il Brent rischia di subire una significativa correzione al ribasso.

Tuttavia, a mio parere, non si tratta ancora di un cambio di trend rialzista per la varietà del Mare del Nord. L'indicatore anticipatore dalla Federal Reserve Bank di Atlanta segnala che il PIL degli Stati Uniti nel terzo trimestre dovrebbe crescere dell'8,5%. Si tratta del miglior risultato degli ultimi 20 anni, ad eccezione del periodo di ripresa post-pandemia. Gli Stati Uniti mantengono una posizione stabile, il che, insieme alla riduzione dell'inflazione dal 9,1% al 3,2%, crea un clima favorevole per le azioni americane. La crescita degli indici azionari sarà vista come un miglioramento della propensione al rischio globale, il che fornirà sostegno al petrolio.

Petrolio: dopo un rally di 7 settimane, un passo indietro

Credo che prima o poi gli stimoli da parte di Pechino faranno sentire il loro effetto. Insieme alla capacità dell'economia europea di evitare una recessione, ciò mantiene la fiducia dei "tori" nel ripristino del trend rialzista del petrolio.

Dal punto di vista tecnico, il ribasso sul grafico giornaliero del Brent è iniziato grazie all'attuazione del pattern 1-2-3 e della pin bar. Prestiamo attenzione alle opportunità di vendita a breve termine in direzione di 84$, 83,1$ e 82,1$ al barile, con successiva inversione al rimbalzo da questi livelli pivot e passaggio a posizioni long a medio termine.

*The market analysis posted here is meant to increase your awareness, but not to give instructions to make a trade
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