Stasera saranno annunciati i risultati della riunione di due giorni del FOMC, i mercati stanno assistendo a un notevole aumento della propensione al rischio, il che indica che il rischio di una crisi bancaria su larga scala è diminuito. I mercati sembrano ritenere che siano state prese misure sufficienti per fermare la minaccia che una crisi locale si trasformi in una crisi sistemica, e quindi le aspettative per i tassi di interesse della Fed e della BCE sono state riviste al rialzo. Il mercato dei futures CME vede di nuovo il picco del tasso nella fascia 5,00/5,25%, mentre le previsioni per il primo taglio dei tassi si sono spostate da giugno a luglio.
La segretaria del Tesoro degli Stati uniti, Janet Yellen, ha osservato che il governo federale degli Stati Uniti "è "fortemente impegnato a ridurre i rischi per la stabilità finanziaria ove necessario", aggiungendo che il governo potrebbe ripetere le forti azioni recentemente intraprese per proteggere i risparmiatori delle banche se i creditori più piccoli sono a rischio. Questa affermazione è stata accolta con positività, gli indici azionari statunitensi hanno chiuso in zona verde; mercoledì mattina crescono gli indici dei paesi Asia-Pacifico e i rendimenti obbligazionari.
Il FOMC si trova di fronte a una scelta difficile, poiché il calo dell'inflazione è instabile e richiede un ulteriore inasprimento, ma ogni nuovo passo in questa direzione minaccia la stabilità finanziaria e potrebbe innescare una nuova ondata di crisi bancaria. Come la Fed uscirà da questa difficile situazione - lo scopriremo stasera.
USD/CAD
L'indice core dell'inflazione al consumo a febbraio è sceso dal 5% al 4,7%, (leggermente inferiore alle previsioni del 4,6%), ma la dinamica è comunque positiva e in linea con la posizione attendista della Banca del Canada, che ha preso una pausa nel ciclo di rialzo dei tassi per osservare i risultati delle modifiche già apportate.
L'economia canadese, così come il mercato azionario, è fortemente influenzata dai prezzi dell'energia, ma poiché più di 2/3 delle esportazioni canadesi sono destinate agli Stati Uniti, esiste una stretta relazione tra il dollaro statunitense e il dollaro canadese, quindi forti movimenti in questo coppia sono meno probabili che in altre valute di materie prime. Il rischio principale per il dollaro canadese è un ulteriore calo dei prezzi delle materie prime.
Il prezzo di liquidazione è in salita, il che dà motivo di ipotizzare un'ulteriore crescita di USD/CAD.
Se il FOMC oggi mostra debolezza, la probabilità di una ripresa della crescita di USD/CAD diminuirà e la coppia potrebbe tornare a metà dell'intervallo laterale di 135,70/136,00. Un ritorno alla zona di resistenza 1,3850/70 sembra un po' più probabile, poiché la minaccia di una crisi bancaria su larga scala rimane forte e il suo sviluppo è più che probabile.
USD/JPY
L'economia giapponese si sta gradualmente riprendendo, ma la velocità della ripresa non è uniforme tra i vari settori. Il settore dei servizi è in crescita, il settore manifatturiero ha iniziato a stabilizzarsi dopo il calo nel 2022. L'inflazione è influenzata principalmente da due fattori: il tasso di crescita dei salari e dei prezzi delle materie prime, per entrambi gli indicatori la previsione è "piuttosto al rialzo che al ribasso", cioè permane la pressione inflazionistica.
Per quanto riguarda la politica monetaria, i mercati vedono quest'anno due aumenti del tasso dello 0,1%, che porteranno il tasso a +0,1% entro la fine dell'anno. I cambiamenti politici potrebbero anche andare nella direzione di adeguare il programma di riacquisto di obbligazioni, come l'ampliamento della gamma di rendimenti a +/-100p (attualmente +/-50p) e la riduzione delle scadenze dagli attuali 10 anni a 5 o addirittura 2 anni. I mercati percepiranno qualsiasi mossa in questa direzione come un inasprimento, che porterà al rafforzamento dello yen, ma, a quanto pare, la Banca del Giappone intende agire con molta cautela e non permetterà un forte rafforzamento dello yen, poiché la bilancia commerciale del Giappone, seppur migliorata, è ancora vicino ai minimi storici.
Anche le dinamiche dell'inflazione negli Stati Uniti sono fondamentali per l'USD/JPY, dato che qualsiasi accenno di un aumento dei rendimenti statunitensi ha un effetto stimolante sulla crescita del tasso USD/JPY. Di conseguenza, i principali rischi per lo yen, come di consueto, sono nelle mani della Fed, e l'esito della riunione di oggi potrebbe avere un forte impatto sul tasso di cambio dello yen.
Il prezzo di liquidazione ha invertito al ribasso, il che non sorprende, poiché lo yen come importatore netto di risorse è il principale asset difensivo, quindi la minaccia di una crisi bancaria spingerà l'USD/JPY verso il basso.
Lo yen non ha raggiunto di poco il livello di 130, la cui probabilità abbiamo ipotizzato una settimana fa, gli scenari di ulteriore movimento dipendono direttamente da fattori esterni. Se la crisi si sviluppa, questo livello verrà raggiunto rapidamente e l'obiettivo a lungo termine si sposterà nella zona di supporto 126,60/127,20. Se viene ripristinata la fiducia nel rischio, è possibile un leggero contraccolpo più in alto, il target sarà la zona 133,50/70, per un rafforzamento più forte per ora non ci sono motivi.