NZD/USD. Panoramica, analisi

Durante la sessione asiatica, la coppia NZD/USD non è riuscita a superare il livello tondo di 59,00.

I dati sul PCE (Personal Consumption Expenditures) pubblicati venerdì hanno confermato recenti segnali di indebolimento della pressione sui prezzi, supportando le aspettative di un possibile taglio dei tassi da parte della Fed non a settembre, ma a dicembre. Tuttavia, ciò ha ridotto i rendimenti dei titoli del Tesoro degli Stati Uniti quasi al minimo di due settimane. In parallelo, la propensione al rischio mantiene i tori di dollari in difesa, il che rappresenta un fattore di supporto per la coppia NZD/USD.

Tuttavia, le persistenti preoccupazioni riguardanti un rallentamento in Cina, la seconda economia mondiale, agiscono come un vento contrario per le valute antipodi, incluso il dollaro neozelandese. Inoltre, le crescenti aspettative di un possibile taglio anticipato dei tassi da parte della RBNZ (Reserve Bank of New Zealand), rafforzate da un rapporto CPI (Consumer Price Index) più debole pubblicato la scorsa settimana, limitano ulteriormente la coppia NZD/USD. Questo richiede cautela prima di posizionarsi per ulteriori aumenti intraday.

I trader dovrebbero astenersi dall'aprire posizioni aggressive e attendere i risultati della riunione di due giorni del FOMC (Federal Open Market Committee) sulla politica monetaria, che si svolgerà mercoledì.

La tanto attesa decisione della Fed, insieme ai principali dati macroeconomici degli Stati Uniti previsti per l'inizio del nuovo mese, incluso il report Nonfarm Payrolls, svolgerà un ruolo cruciale nell'influenzare la dinamica a breve termine del dollaro USA. Questo, a sua volta, darà un impulso significativo alla coppia NZD/USD.