EUR/USD: volatilità e incertezza dominano il mercato

Ieri, la coppia EUR/USD è scesa impulsivamente fino al fondo della settima cifra, sulla scia del generale rafforzamento del dollaro statunitense. Tuttavia, durante la sessione di trading americana di giovedì, gli acquirenti hanno nuovamente preso il controllo, recuperando con interesse tutte le posizioni perdute. Questo brusco cambiamento di rotta di 180 gradi è stato causato da un altrettanto improvviso indebolimento del dollaro. L'indice del dollaro USA ieri è crollato fino al livello 105, nonostante nella prima metà della giornata avesse raggiunto un picco locale di 105,64. Le principali coppie valutarie legate al dollaro hanno modificato di conseguenza la loro configurazione.

Tuttavia, bisogna considerare con grande cautela l'attuale rialzo dell'EUR/USD, soprattutto tenendo conto del "fattore di venerdì" e dell'incessante suspense riguardante la dinamica dell'inflazione negli Stati Uniti, i cui dati di aprile saranno rivelati la prossima settimana.

Ma prima, analizziamo le cause del recente impulso al rialzo della coppia. Il catalizzatore di questo cambio di direzione è stato un aggiornamento nel settore del mercato del lavoro degli Stati Uniti. È emerso che il numero di nuove richieste di sussidio di disoccupazione è aumentato di 231.000, il valore più alto da novembre dello scorso anno. Questo rapporto è generalmente considerato di importanza secondaria, ma deve essere valutato alla luce dei dati dei Nonfarm Payrolls di aprile, che hanno mostrato un aumento inaspettato della disoccupazione (al 3,9%), un debole incremento del numero di occupati (175.000) e un rallentamento nella crescita del salario medio (3,9%). Questo notevole aumento nelle richieste di sussidio per la disoccupazione completa il quadro, indicando un raffreddamento del mercato del lavoro americano.

All'inizio della settimana, inoltre, il dollaro ha goduto di una domanda elevata a causa delle dichiarazioni "aggressive" o "moderatamente aggressive" di alcuni rappresentanti della Fed. In particolare, Michelle Bowman e Neel Kashkari non hanno escluso l'opzione di un aumento dei tassi di interesse. Gli altri partecipanti (Susan Collins, John Williams, Thomas Barkin) hanno espresso preoccupazioni per l'alta inflazione e hanno sostenuto il mantenimento dello status quo nelle prossime riunioni.

Il rapporto pubblicato ieri ha attenuato l'atteggiamento aggressivo e ha ricordato ancora una volta agli operatori che il mercato del lavoro americano sta "scricchiolando" resistendo all'assalto delle politiche restrittive della Fed. Nell'ambiente degli esperti si è tornati a parlare delle prospettive di allentamento della politica monetaria a settembre: secondo i dati dello strumento CME FedWatch Tool, la probabilità di un taglio dei tassi a settembre è salita ieri al 55% (prima della pubblicazione del rapporto questa probabilità era di circa il 45%).

Nel breve termine, questa situazione ha esercitato pressione sul dollaro. Tuttavia, in generale, le probabilità di un taglio dei tassi all'inizio dell'autunno rimangono ancora del 50/50 (più o meno). Mentre i rapporti sull'inflazione che saranno pubblicati negli Stati Uniti la prossima settimana potrebbero inclinare la bilancia in una direzione o nell'altra. Pertanto, non bisogna "fidarsi" della dinamica discendente del dollaro: le principali pubblicazioni della prossima settimana potrebbero "ridisegnare" significativamente lo scenario fondamentale.

Inoltre, i rappresentanti della Fed continuano a dare voce a messaggi piuttosto aggressivi. In particolare, oggi il presidente della Fed di Atlanta, Raphael Bostic, ha dichiarato che considera probabile solo un taglio dei tassi di 25 punti quest'anno. Tuttavia, non ha fornito indicazioni temporali né sulla possibile entità di un ulteriore allentamento della politica monetaria. È utile ricordare che lo scenario di base degli economisti della Bank of America prevede un taglio dei tassi nel 2024, a seguito della riunione di dicembre. Inoltre, gli esperti della banca non escludono che si possa mantenere una posizione di attesa fino al 2025, se l'inflazione dovesse continuare ad accelerare.

Nonostante una crescita impulsiva del prezzo, la coppia EUR/USD non è riuscita a uscire dal range 1,0710-1,0790 (le linee media e superiore delle Bollinger Bands su D1, rispettivamente). Per parlare dei primi segnali di un'inversione di tendenza e le eventuali prospettive di sviluppo, gli acquirenti non devono solo entrare nell'area dell'ottava cifra, ma anche prendere piede sopra il livello di resistenza di 1.0830 (il limite inferiore del Kumo nuvola sul grafico giornaliero).

Tutto questo suggerisce che attualmente è ragionevole adottare una posizione di attesa per la coppia, considerando l'alto grado di incertezza. Anche il quadro tecnico conferma questo approccio. Sul grafico a quattro ore, il prezzo si trova tra la linea media e superiore delle Bollinger Bands, ma è anche all'interno della nuvola Kumo e sopra le linee Tenkan-sen e Kijun-sen. Secondo me, nei prossimi giorni la coppia continuerà a essere scambiata nel corridoio 1,0710-1,0790 (le linee media e superiore delle Bollinger Bands su D1). Questo intervallo agisce come una zona cuscinetto, dove la coppia è in modalità di attesa prima del prossimo balzo di prezzo. Se sarà l'aumento o il calo dipenderà dai rapporti sull'inflazione che saranno pubblicati negli Stati Uniti la prossima settimana.