EUR/USD. Powell e Lagarde: un duetto armonioso

L'impulso al ribasso della coppia euro/dollaro si è esaurito: i trader non sono riusciti ad entrare nell'area della 5a cifra, sebbene fossero molto vicini a questo obiettivo (il minimo è stato fissato a 1,0602). Né Powell, con i suoi segnali "da falco", né Lagarde, con i suoi messaggi "da colomba", hanno aiutato i venditori della coppia. La quinta cifra si è rivelata troppo dura per gli orsi dell'euro/dollaro, anche se in generale il contesto fondamentale della coppia contribuisce ad un ulteriore calo del prezzo. Ma più i trader si avvicinano alla parità, più difficile sarà per loro guadagnare ogni punto al ribasso.

Partiamo da Powell. Ieri, il capo della Federal Reserve ha commentato gli ultimi rapporti sull'inflazione pubblicati negli Stati Uniti la settimana scorsa. Ricordiamo che sia l'indice dei prezzi al consumo complessivo (l'indice dei prezzi al consumo core è rimasto stabile a febbraio) che l'indice dei prezzi alla produzione hanno mostrato una dinamica al rialzo. Tutti i componenti dei report sono stati positivi, riflettendo un'accelerazione dell'inflazione nel paese. A seguito di questi comunicati, le aspettative accomodanti del mercato riguardo alle ulteriori azioni della Fed si sono indebolite. Alcuni esperti (ad esempio, economisti di pesi massimi come Bank of America e Société Generale) hanno addirittura ipotizzato che quest'anno la Federal Reserve potrebbe astenersi dall'allentare la politica monetaria.

Jerome Powell avrebbe potuto confermare o respingere queste ipotesi. Invece, ha adottato una posizione intermedia: da un lato, il capo della Federal Reserve ha lasciato intendere che non ci sarebbe stato un taglio dei tassi alla riunione di giugno, dall'altro non ha escluso un allentamento delle politiche monetarie entro la fine dell'anno. Mantenendo un equilibrio nel suo discorso, Powell non ha provocato una forte volatilità nelle coppie di valute abbinate al dollaro.

Anche se, a mio avviso, il capo della Fed in questo caso ha agito come un alleato del biglietto verde e la sua posizione è stata semplicemente sottovalutata. Fondamentalmente, Powell ha fatto capire che la questione del taglio dei tassi è ancora in sospeso e non ci sono tempistiche predefinite per un allentamento della politica. Tutto dipenderà dalla dinamica dei principali indicatori di inflazione. Secondo lui, gli ultimi dati macroeconomici indicano l'assenza di progressi nel raggiungimento del livello di inflazione target, "quindi sarà necessario più tempo prima che la Federal Reserve possa ridurre i tassi di interesse". Ha aggiunto che se la pressione sui prezzi persiste, la Federal Reserve potrà mantenere i tassi a un livello stabile "per tutto il tempo necessario".

In seguito al suo intervento, la probabilità di un taglio dei tassi a giugno è scesa al 14%, secondo i dati dello strumento CME FedWatch Tool. Inoltre, i trader stimano al 60% la probabilità di mantenimento dello status quo anche alla riunione di luglio. Per quanto riguarda le prospettive di settembre, la probabilità di un taglio dei tassi di 25 punti base è del 46%.

In altre parole, il mercato è quasi certo che il primo taglio dei tassi non avverrà prima di settembre.

Nel frattempo, la presidente della BCE, Christine Lagarde, ha effettivamente confermato il taglio dei tassi all'incontro di giugno. Secondo le sue parole, la banca centrale europea ridurrà i tassi "nel prossimo futuro", a meno che non ci saranno sorprese serie. Lagarde ha sottolineato che la BCE sta osservando un processo di disinflazione che procede "come previsto".

Cioè, giugno rimane ancora il mese più probabile in cui la Banca Centrale Europea inizierà ad allentare la politica monetaria. Secondo me, solo un rapido aumento dei salari nel primo trimestre (in arrivo questo mese) potrebbe spostare l'ora "X" all'autunno. Ricordiamo che, nel quarto trimestre dell'anno scorso, si è osservata una tendenza al ribasso di questo indicatore.

Pertanto, la divergenza effettiva tra le politiche della BCE e della Fed continuerà a esercitare una pressione di fondo sulla coppia EUR/USD. Tale pressione tenderà ad aumentare (o diminuire) a seconda dei commenti dei rappresentanti della Fed e della dinamica dei principali indicatori. I commenti di Jerome Powell non hanno provocato una forte volatilità per un semplice motivo: ha soltanto confermato in modo velato che la Fed manterrà lo status quo alla riunione di giugno. Ma questo fatto è già stato praticamente scontato dal mercato, quindi le sue parole non hanno avuto alcun effetto. Se avesse messo in discussione la necessità di tagliare i tassi in generale quest'anno, la reazione dei trader sarebbe stata diversa.

Tuttavia, Powell, "per dovere di carica", deve mantenere un certo equilibrio nel suo discorso. Altri membri della Fed possono essere più diretti nelle loro valutazioni. Ricordiamo che il presidente della Fed di Atlanta, Raphael Bostic, ha ipotizzato solo un aumento dei tassi entro il 2024, prima della pubblicazione degli ultimi dati sull'inflazione. Non c'è dubbio che sia Bostic che molti dei suoi colleghi continueranno a inasprire la loro retorica.

Tutto questo indica che l'attuale aumento del tasso di cambio EUR/USD è probabilmente di natura correttiva. Se nei prossimi giorni gli acquirenti non saranno in grado di superare il livello di resistenza a 1,0670 e stabilirsi sopra questo obiettivo (che corrisponde alla linea superiore delle bande di Bollinger su un grafico H4), è opportuno considerare posizioni short sulla coppia, con l'obiettivo principale e (per ora) unico 1.0600 (linea inferiore delle bande di Bollinger sul time frame D1).