Dollaro e Trump: tempesta con prospettive positive?

Nelle ultime settimane molti analisti hanno discusso della dinamica del dollaro dopo l'eventuale ascesa al potere di Donald Trump, l'ex presidente degli Stati Uniti. La probabilità di un secondo mandato presidenziale per lui è ancora ipotetica, ma non pari a zero. In una circostanza del genere, il dollaro potrebbe sperimentare una seria volatilità. Con tutto ciò, molti esperti ritengono che l'ascesa al potere del miliardario sia un bene per il biglietto verde.

Alla fine della scorsa settimana, la coppia EUR/USD è riuscita a resistere al crollo, spostandosi nella "zona verde". Al momento, il tandem si è avvicinato alla resistenza del canale discendente, nel quale si trova dalla fine di dicembre 2023. Secondo gli analisti, il calo a breve termine del dollaro ha fornito scarso supporto alla coppia EUR/USD.

Secondo il grafico tecnico, la coppia EUR/USD rimane ribassista, rimanendo al di sotto della media mobile chiave a 100 periodi (EMA). Allo stesso tempo, l'indice di forza relativa (RSI) è salito sopra la media di 50, indicando un possibile vantaggio per gli acquirenti. Secondo gli esperti, hanno tutte le possibilità di prendere il controllo della situazione.

Per quattro giorni consecutivi, la coppia EUR/USD è stata scambiata su una nota forte, avvicinandosi al livello di 1,0785, anche se in seguito ha perso parte dei suoi guadagni. Stamattina, la coppia EUR/USD fluttuava nell'intervallo 1,0771-1,0772, di tanto in tanto superando la spinta della spirale discendente e correndo verso nuovi massimi di prezzo.

Secondo gli strateghi valutari della Deutsche Bank, molto dipende dal tasso di riferimento della Fed. Se la Fed non lo riduce a maggio, la coppia EUR/USD scenderà a 1,0500. In questo caso, il colpo principale sarà sull'euro, e il biglietto verde prima o poi si riprenderà. Mentre gli esperti valutari di un'altra importante banca, JPMorgan, non escludono che nei prossimi mesi l'euro potrebbe testare la parità con il dollaro se la recessione economica nell'eurozona dovesse peggiorare. Un ruolo significativo in questa questione gioca la situazione economica futura degli Stati Uniti. Se riuscirà a mantenere la sua forza, aiuterà il dollaro; in caso di problemi causati dal debito pubblico gonfiato degli Stati Uniti, entrambe le valute si troveranno in difficoltà.

In questo contesto, le previsioni riguardo all'impatto degli aspetti politici sul dollaro, in particolare le imminenti elezioni presidenziali in America, diventano particolarmente rilevanti. Secondo gli economisti di Commerzbank, se Donald Trump sarà rieletto presidente degli Stati Uniti a novembre 2024, la valuta nazionale, dopo una breve volatilità, riceverà supporto. "Se consideriamo a breve termine, il prossimo 'dollaro di Trump' sarà forte. Contribuiranno a ciò fattori come la protezione dalla concorrenza estera, la deregolamentazione, le basse tasse per le aziende e le persone facoltose. Il programma politico attuale di Trump aumenterà la redditività del capitale investito negli Stati Uniti, rafforzando così l'attrattiva del dollaro", sostengono gli esperti della banca.

Tuttavia, a lungo termine, una certa chiusura economica dell'economia americana potrebbe portare a una riduzione della sua efficienza e all'indebolimento del dollaro. "La prospettiva di un 'dollaro di Trump' forte potrebbe essere messa in discussione se l'ex presidente non si limiterà alle critiche pubbliche alla Federal Reserve, come è accaduto nel suo primo mandato, ma deciderà di intervenire negli affari della Banca centrale degli Stati Uniti. Uno scenario del genere sarebbe estremamente negativo per il dollaro", sostengono presso Commerzbank.

Questa posizione è in parte condivisa dagli economisti della Nordea Bank. Gli esperti sono convinti che, nel complesso, il dollaro reagirà positivamente alla presidenza di Donald Trump. "L'esito delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, che riporterà Trump al potere, creerebbe una solida base per il dollaro. Se il miliardario sarà rieletto, il suo ritorno porterà al rafforzamento della politica inflazionistica, alla ripresa della guerra commerciale tra gli Stati Uniti e altri paesi, soprattutto con la Cina, all'aumento dei rischi geopolitici e all'incremento del deficit di bilancio degli Stati Uniti", riassumono gli analisti della banca.

"Per quanto riguarda la valuta americana, la rielezione di Donald Trump fornirà supporto al dollaro nel breve termine, dato il contesto di tensioni commerciali e geopolitiche", aggiungono alla Nordea Bank. Allo stesso tempo, gli analisti non escludono un ulteriore indebolimento del dollaro, che potrebbero verificarsi nel caso in cui "si concretizzino le preoccupazioni sul debito sovrano degli Stati Uniti".

Attualmente, il biglietto verde rimane relativamente calmo. Secondo gli analisti, i mercati valutari sono ancora influenzati dal cosiddetto "sorriso del dollaro". Questo modello di prezzo suggerisce un ulteriore rafforzamento del dollaro. Secondo le valutazioni attuali, solo la ripresa dei dibattiti sulla possibilità di un allentamento più forte della politica monetaria della Federal Reserve o la vendita di azioni americane potrebbero cancellare il sorriso dal volto del dollaro. Tuttavia, al momento ciò è improbabile.

Al centro dell'attenzione dei mercati ci sono le prossime dichiarazioni dei rappresentanti della Federal Reserve e i dati macroeconomici dalla zona euro. Mercoledì, 21 febbraio, è attesa la pubblicazione dei verbali dell'ultima riunione della Federal Reserve, mentre giovedì 22 febbraio sono previste le prime stime degli indici di fiducia delle imprese PMI europei. Secondo le previsioni preliminari, gli indici PMI di febbraio e i verbali della Federal Reserve potrebbero indebolire la posizione del dollaro.

Da sottolineare che nei verbali della Federal Reserve verrà discussa la prossima riduzione della stretta quantitativa, e questa è una notizia negativa per il dollaro. Per quanto riguarda gli indici europei, l'indice PMI composito della zona euro a febbraio dovrebbe registrare un aumento a 48,5 punti (rispetto ai precedenti 47,9 punti). Secondo alcuni analisti, il peggio per l'economia della zona euro potrebbe essere alle spalle, anche se il risveglio è ancora lontano. Per quanto riguarda l'economia tedesca, permane l'incertezza, ma altre grandi nazioni dell'UE hanno mostrato dati macroeconomici positivi.

Alla luce di ciò, gli esperti prevedono una forte crescita della coppia EUR/USD fino a 1,1000. Tuttavia, questo momento è ancora lontano. Secondo le previsioni preliminari, nelle prossime sei settimane la coppia EUR/USD rimarrà in un ampio intervallo tra 1,0700 e 1,1000. Successivamente, secondo gli analisti, è possibile una tendenza al rafforzamento del dollaro con un obiettivo fino a 0,9500.