Secondo Citigroup, per stabilizzare il Brent nella fascia da 70$ a 80$ al barile, l'OPEC+ non deve solo rispettare i suoi impegni di riduzione della produzione di 2,2 milioni di barili al giorno, ma anche prolungarli fino alla fine del 2024. In caso contrario, l'aumento della produzione di petrolio nei paesi al di fuori dell'Alleanza, insieme al rallentamento del ritmo di crescita della domanda globale, manterranno il mercato in surplus e spingeranno i prezzi al ribasso.
In effetti, la differenza tra i contratti futures a scadenza prossima e quelli con scadenza più lontana per il petrolio è caratterizzata come contango. Si tratta di una struttura "ribassista", che segnala un eccesso di offerta o una mancanza di domanda.
Andamento degli spread dei futures sul petrolio
Non sorprende che gli hedge fund abbiano venduto 58 milioni di barili equivalenti nella settimana precedente al 5 dicembre sui sei contratti futures più negoziati. Stanno aumentando le posizioni corte nette per 9 delle ultime 11 settimane. Oltre alle forniture eccessive dai paesi al di fuori dell'OPEC+ e ai dubbi sull'adempimento degli impegni di riduzione della produzione da parte dell'Alleanza, agli speculatori preoccupa il calo della domanda globale.
Nonostante la fiducia degli investitori in un atterraggio morbido per l'economia statunitense, altre regioni destano preoccupazioni. Pertanto, gli esperti di Bloomberg prevedono una contrazione del PIL dell'Eurozona nel quarto trimestre, a seguito della quale la regione precipiterà in una recessione tecnica. Dodici consulenti settoriali e analisti intervistati da Bloomberg prevedono una crescita della domanda di petrolio da parte della Cina di 500 mila barili al giorno nel 2024. Si tratta di un terzo in meno rispetto al 2023. La Cina rappresenta il 75% della crescita della domanda globale, secondo l'Agenzia Internazionale dell'Energia, quindi qualsiasi diminuzione da parte sua getta un'ombra sul dato globale.
Non è certo che gli Stati Uniti riusciranno a effettuare un atterraggio morbido. Gli investitori si aspettano che la Federal Reserve riduca i tassi man mano che l'inflazione si avvicina al target del 2%. Tuttavia, i prezzi al consumo in un'economia robusta potrebbero toccare nuovi massimi. Oppure la Banca centrale potrebbe decidere di giocare in difesa per evitare di ripetere gli errori dei suoi predecessori negli anni '70. Intende mantenere i tassi di interesse stabili, il che potrebbe portare a una recessione. Nel breve termine, questo potrebbe portare a un rafforzamento del dollaro statunitense. Brutte notizie per il petrolio.
Dal punto di vista tecnico, per attivare il modello di inversione del Cuneo Espansivo sul grafico giornaliero del Brent, è necessario superare le resistenze a 78$ al barile. Solo in questo caso sarebbe opportuno acquistare. Al momento, continuiamo a seguire la strategia di vendere durante i rialzi.