USD/JPY vicino alla "linea rossa", il governo giapponese pronto a reagire

Nonostante i rischi di un intervento valutario, la coppia USD/JPY continua ostinatamente a salire, avvicinandosi alla cifra di 152. Ricordiamo che anche l'anno scorso gli acquirenti ignoravano tutti i segnali di avvertimento e si avvicinavano con lo stesso spirito alla soglia di 152,00. Ma non ci sono riusciti: quando il prezzo si trovava a 151,96, il governo giapponese ha avviato un'operazione di intervento valutario su larga scala. Questa manovra del Ministero delle Finanze giapponese aveva rafforzato lo yen di diverse migliaia di punti.

Quest'anno i trader dell'USD/JPY hanno già ricevuto un cartellino giallo: secondo alcune indiscrezioni, all'inizio di ottobre le autorità giapponesi sono intervenute nella situazione quando la coppia ha superato la soglia di 150,00. Successivamente, il Primo Ministro del paese non ha né confermato né smentito queste voci, affermando che l'intervento sui cambi "non contraddice la politica di trasferimento dei flussi di cassa dai risparmi agli investimenti". Anche il ministro delle Finanze ha lasciato senza risposta la stessa domanda dei giornalisti, ma ha sottolineato che il suo dipartimento "monitora da vicino il mercato".

È noto che lo scorso anno il Ministero delle Finanze giapponese ha speso più di 42 miliardi di dollari in interventi valutari. Il Ministero delle Finanze è intervenuto due volte sul mercato valutario. La prima volta è stata a settembre 2022 (ciò è stato dichiarato ufficialmente). In quel momento, la coppia USD/JPY è scesa di alcuni centinaia di punti, ma quasi subito è tornata alle posizioni precedenti. Inoltre, il prezzo ha iniziato a salire ad un ritmo accelerato e alla fine si è avvicinato alla cifra di 152. La reazione del governo non si è fatta attendere: il 21 ottobre, il Ministero delle Finanze ha speso una somma record per le operazioni di intervento (equivalente a 37 miliardi e 200 milioni di dollari statunitensi). Questa decisione non è stata annunciata ufficialmente, ma molte agenzie di stampa internazionali (in particolare l'agenzia Bloomberg) hanno appreso i dettagli di questo evento dalle loro fonti. Secondo gli insider, la strategia del governo giapponese consiste nel non spendere troppo spesso denaro per sostenere la propria valuta nazionale, ma piuttosto nel "momento giusto", quando è possibile esercitare il massimo impatto sul mercato.

Va notato che il primo intervento dello scorso anno è avvenuto quando la coppia USD/JPY si è avvicinata al livello di 146. Dopo un tentativo fallito di frenare la crescita del prezzo, gli acquirenti hanno "osato" e in poche settimane la coppia è salita di quasi 600 punti. E quando il prezzo ha raggiunto un massimo di 32 anni, avvicinandosi al livello di 152, le autorità giapponesi hanno inflitto il colpo principale, mettendo fuori gioco i tori dell'USD/JPY.

A mio parere, quest'anno gli eventi si stanno svolgendo secondo uno scenario simile. Naturalmente, il contesto fondamentale attuale per la coppia USD/JPY è diverso da quello dell'anno scorso: il dollaro non si sente altrettanto sicuro ed è in uno stato abbastanza vulnerabile. Tuttavia, anche la minima intensificazione delle aspettative "da falco" riguardo alle future azioni della Federal Reserve ha subito un impatto sulla dinamica del tasso di cambio USD/JPY. Peraltro, la Banca del Giappone continua ad aderire a una politica monetaria estremamente accomodante e respinge regolarmente le voci di un possibile abbandono del tasso negativo. Pertanto, in ultima analisi, agli acquirenti di USD/JPY non resta che salire verso l'alto, nonostante i rischi di una reazione delle autorità giapponesi.

Nel frattempo, i rischi stanno aumentando: più alto è il prezzo di USD/JPY, maggiore è la probabilità di un intervento valutario. In particolare, gli strateghi valutari di ING avvertono che la coppia è vicina alla "linea rossa", che secondo loro si trova al livello di 152,00. Non appena i trader supereranno questo livello, il rischio di un intervento raggiungerà il massimo: in qualsiasi momento potrebbe seguire una reazione del Ministero delle Finanze giapponese.

In queste condizioni, è opportuno prendere in considerazione posizioni long? A mio parere, no. C'è troppa probabilità di un'inversione improvvisa e di un significativo calo del prezzo, almeno fino al livello di 148,50 (il limite superiore della nuvola Kumo sul grafico giornaliero).

Allo stesso tempo, il quadro tecnico indica la priorità delle posizioni long. Nel time frame giornaliero, il prezzo si trova sulla linea superiore delle bande di Bollinger (151,80), così come sopra tutte le linee dell'indicatore Ichimoku, che mostra un segnale rialzista Parade of Lines. Se gli acquirenti di USD/JPY riusciranno a supererare il livello di resistenza di 151,80, la prossima destinazione del movimento al rialzo sarà il livello di 152,70 - la linea superiore delle bande di Bollinger nel grafico settimanale.

Ma nonostante il fatto che il quadro fondamentale e tecnico segnalino la priorità delle posizioni long, effettuare acquisti è molto rischioso. In sostanza, questa è una trappola che si chiuderà inaspettatamente e irreversibilmente. Non c'è dubbio che ciò accadrà. L'unica domanda è quando ciò accadrà. Considerando l'esperienza dello scorso anno, si può presumere che la coppia abbia già raggiunto un punto pericoloso, il cui superamento potrebbe provocare la reazione delle autorità giapponesi.