Il dollaro è stato privato della sua principale fonte di forza

L'inaspettato aumento degli ordini di produzione in Germania del 0,2% su base mensile a settembre ha dato nuovo slancio agli attacchi dei "tori" dell'EUR/USD. Il dato è in aumento per il secondo mese consecutivo, il che riduce le preoccupazioni sul futuro dell'economia tedesca. Nel terzo trimestre, l'economia tedesca ha registrato una contrazione dello 0,1%, ma la situazione potrebbe migliorare nel quarto trimestre. Una buona notizia per l'euro.

Alla base del calo di luglio-settembre dell'EUR/USD c'erano le divergenze nella crescita economica e nella politica monetaria. Il primo fattore ha alimentato l'idea dell'eccezionalismo americano. Gli Stati Uniti sembravano essere la camicia più pulita nel cesto della biancheria sporca, e il loro PIL è cresciuto del 4,9% nel terzo trimestre. D'altra parte, la zona euro oscillava tra la stagnazione e la recessione. Ciò ha portato i mercati a credere che la BCE avesse finito di inasprire la politica monetaria.

La Fed, al contrario, ha fortemente sostenuto l'idea di riprendere il ciclo di restrizione monetaria. La retorica aggressiva, unita all'intenzione del dipartimento del Tesoro di aumentare l'emissione di obbligazioni nel periodo luglio-settembre, ha costituito la base per il rally del rendimento dei titoli di Stato USA. Alla fine di ottobre, gli hedge fund hanno portato le loro posizioni nette corte su questi titoli a livelli record.

Dinamica delle posizioni degli hedge fund sui titoli di Stato USA

La situazione è arrivata al limite. È bastato un singolo evento per far scattare la paura tra gli speculatori, che hanno iniziato a disfarsi delle posizioni corte. In realtà, si sono verificati tre di questi eventi contemporaneamente. Il dipartimento del Tesoro ha indicato un volume di emissioni inferiore. La Fed cominciò a chiedersi se fosse necessario aumentare ulteriormente i tassi oppure no. I dati sull'occupazione negli Stati Uniti per il mese di ottobre sono stati deludenti. Di conseguenza, il rendimento dei titoli del Tesoro è crollato, gli indici azionari sono saliti alle stelle e il cambio EUR/USD è balzato a 1,08.

Cosa succederà ora? La riduzione delle divergenze nella crescita economica tra gli Stati Uniti e la zona euro, insieme alla politica monetaria della Fed e della BCE, dovrebbe favorire il proseguimento del rally dell'euro contro il dollaro. In effetti, i mercati sono convinti che la Federal Reserve e la Banca Centrale Europea abbiano terminato i cicli di restrizione della politica monetaria. I dati positivi sugli ordini di produzione tedeschi fanno ben sperare che l'eurozona eviti una recessione tecnica nel 2023. Mentre il PIL degli Stati Uniti, al contrario, rischia di rallentare dal 4,9% allo 0,9%.

Il principale rischio per la strategia di acquisto di EUR/USD è l'escalation del conflitto geopolitico in Medio Oriente con il coinvolgimento dell'Iran e di altri stati. Secondo le previsioni della Banca Mondiale, in questo scenario i prezzi del petrolio potrebbero superare i 150 dollari al barile, e l'Europa potrebbe affrontare una crisi energetica. Nonostante il calo del prezzo del gas del 40% dall'inizio dell'anno, il mantenimento delle infrastrutture in Norvegia, gli scioperi in Australia e la guerra in Israele ne hanno causato un aumento del costo.

Dal punto di vista tecnico, il ritracciamento dell'EUR/USD avviato con il pattern 1-2-3 sta guadagnando slancio. Per un certo periodo, i "tori" potrebbero essere stati spaventati dalla loro stessa audacia, ma anche un calo del prezzo verso il supporto a 1,07-1,0715 attirerebbe nuovi acquirenti sul mercato e consentirebbe di incrementare le posizioni precedentemente aperte con target a 1,08 e 1,09.