In questo momento, tutta l'attenzione è focalizzata sull'indice dei prezzi al consumo, che sarà pubblicato oggi, mercoledì. Secondo le previsioni di consenso, gli economisti prevedono una crescita annua dei prezzi al consumo del 3,1% rispetto al 4% registrato a maggio. Tuttavia, i deboli dati sull'inflazione non hanno un impatto diretto sulle aspettative sui tassi di interesse. Secondo lo strumento FedWatch di CME, i mercati continuano a prepararsi per un aumento dei tassi di 25 punti base alla fine di luglio.
Ma alcuni analisti ritengono che l'inflazione debole potrebbe influenzare la decisione della Fed sulla politica monetaria, che farà l'ultimo aumento a luglio in questo ciclo di inasprimento.
Le aspettative che la politica monetaria della Federal Reserve si avvicinasse al suo picco hanno portato rispettivamente i rendimenti dei titoli a 10 anni a scendere sotto il 4% e l'indice del dollaro si è notevolmente indebolito.
Ma nonostante il fatto che le pressioni inflazionistiche si siano attenuate, la minaccia di un aumento dei prezzi al consumo non è scomparsa del tutto. Anche se i prezzi al consumo negli Stati Uniti scendono, le pressioni inflazionistiche globali rimangono elevate per il momento.
Secondo Michel Schneider, direttore della formazione commerciale e della ricerca presso MarketGauge, l'attuale discorso sull'inflazione è un miscuglio di numeri che non riflettono la realtà. I prezzi del petrolio sono ancora elevati, stanno scambiando ai massimi mensili.