Le banche centrali mondiali sostengono la politica aggressiva della Fed

Nel suo discorso al Congresso il secondo giorno, il presidente della Federal Reserve Jerome Powell è rimasto fermo su altri due rialzi dei tassi quest'anno.
Secondo le sue parole, se l'economia continuerà a funzionare in modo prevedibile, sarebbe appropriato aumentare i tassi due volte quest'anno. Il tasso di giugno è stato mantenuto invariato al fine di dare più tempo per prendere ulteriori decisioni, cercando di tenere l'inflazione sotto controllo.
Atteggiamento "da falco" che si diffonde a livello globale.

Le banche centrali delle diverse nazioni si sono uniti alla posizione aggressiva di Powell. Inaspettatamente, la Banca d'Inghilterra ha aumentato il tasso di interesse principale dal 4,5% al 5,0%. È stato il più grande aumento da febbraio, portando il tasso al livello più alto dal 2008.

Secondo Edward Moya, senior market analyst di OANDA, la lotta della Banca d'Inghilterra contro l'inflazione potrebbe minare l'economia britannica.
Anche la Banca centrale della Norvegia ha aumentato ieri il tasso di interesse di 50 punti base, portandolo al massimo di 15 anni del 3,75%. Ha inoltre lasciato intendere che ci sarà un ulteriore aumento durante la riunione di agosto, con una previsione che i tassi saliranno al 4,25% in autunno.
Dato che la Norvegia, come altri paesi, continua a combattere l'inflazione, questo è stato l'undicesimo aumento consecutivo dei tassi in Norvegia. Secondo la dichiarazione del governatore della Norges Bank, Ida Wolden Bache, se la banca non aumenterà il tasso di interesse, l'inflazione si rafforzerà e i prezzi e i salari continueranno a crescere.
Mentre la Banca nazionale svizzera ha alzato il tasso dall'1,5% all'1,75% e ha anticipato che i tassi continueranno a salire.

Anche la Turchia, dopo aver abbandonato la sua politica monetaria alternativa, ha aumentato giovedì il tasso di interesse chiave del 650 punti base, portandolo al 15%. E ha avvertito che seguiranno ulteriori misure restrittive.

Secondo Edward Moya, senior market analyst di OANDA, ulteriori aumenti dei tassi da parte delle banche centrali influenzano le prospettive di crescita globale, il che potrebbe rendere il dollaro statunitense un bene rifugio più attraente rispetto all'oro.