EUR/USD. Bloccato nel movimento laterale

Il cambio euro-dollaro ha iniziato la settimana di trading in modo molto attivo: all'inizio della sessione europea, i trader hanno toccato la parte superiore del range di prezzo di 1,0960-1,1070, all'interno del quale la coppia si sta scambiando per la terza settimana consecutiva. Dopo aver raggiunto il livello di 1,1060, gli acquirenti di EUR/USD hanno ovviamente preso i profitti, estinguendo così l'impulso al rialzo. Tuttavia, questo fatto non ha aiutato i venditori della coppia: il prezzo è rimasto in deriva alla base del livello psicologico di 1,10.

Un rapido sguardo al passato

Osservando il grafico settimanale, possiamo notare che da ottobre 2022 a febbraio 2023 la coppia EUR/USD ha seguito un trend rialzista, salendo dai minimi di 0,96 a 1,1034. Questa dinamica dei prezzi è stata principalmente influenzata dall'atteggiamento aggressivo della BCE e dall'interesse per gli asset rischiosi. Allo stesso tempo, le dichiarazioni della Fed erano di natura conclusiva, a causa del rallentamento dell'inflazione negli Stati Uniti. Poi la situazione è cambiata: alla fine dell'inverno, gli indicatori dell'inflazione hanno rallentato il loro calo, e il tono delle dichiarazioni dei rappresentanti della Fed si è notevolmente irrigidito. Sul mercato sono emerse voci che la Federal Reserve potrebbe rivedere al rialzo il limite superiore del ciclo di stretta monetaria in corso, portandolo al 5,50% o anche al 5,75%. Inoltre, sono emerse ipotesi che la Fed potrebbe tornare a ritmi più aggressivi di aumento dei tassi (50 o addirittura 75 punti base).

In questo contesto, gli orsi dell'EUR/USD hanno organizzato un contraccolpo, al termine del quale sono riusciti a raggiungere il livello di 1,0537.

Il "banchetto degli orsi" si è concluso all'inizio di marzo. Dopo il crollo delle grandi banche americane Silicon Valley Bank e Signature Bank, il regolatore statunitense ha notevolmente ammorbidito la retorica. Nella riunione di marzo, la banca centrale ha aumentato il tasso di interesse di un modesto 25 punti base e ha fatto capire che questa sarebbe stata la penultima decisione in questo ciclo. La Banca centrale non ha menzionato affatto un'accelerazione del ritmo di aumento dei tassi (anche ipoteticamente) e l'aggiornata previsione mediana sui tassi alla fine del 2023 è rimasta invariata: la previsione "puntiforme" prevedeva un ulteriore aumento dei tassi di 25 punti base (quest'opzione è stata attuata nella riunione di maggio).

Nel frattempo, la Banca centrale europea ha mantenuto un atteggiamento aggressivo sullo sfondo dell'aumento continuo dell'inflazione di base nell'eurozona.

L'improvviso cambiamento del quadro fondamentale per la coppia EUR/USD ha permesso agli acquirenti di recuperare le posizioni perse: nel corso di due mesi, il prezzo è aumentato di oltre 500 punti. La coppia è tornata nella zona del 1,10.

Tuttavia, in questa fase, i trader sono effettivamente entrati in una situazione di stallo: sia gli acquirenti che i venditori di EUR/USD. Da metà aprile, la coppia sta oscillando intorno ai livelli 1,09-1,10, senza mai uscire dall'intervallo 1,0960 - 1,1070. Le riunioni di maggio della Fed e della BCE non sono riuscite a smuovere la situazione dal punto fermo: le banche centrali hanno aumentato i tassi di interesse di 25 punti base, ma al tempo stesso hanno fatto capire che le ulteriori prospettive di stretta monetaria dipenderanno dalla dinamica della crescita dell'inflazione.

Tutta l'attenzione è sull'inflazione

Considerando il fatto che questa settimana sarà caratterizzata dall'inflazione americana, non sorprende che i trader di EUR/USD non vogliano aprire posizioni significative né al ribasso né al rialzo. I partecipanti al mercato sono costretti a negoziare in un corridoio ristretto, poiché forti/deboli rapporti sull'inflazione potrebbero ridefinire il quadro fondamentale della coppia. Se tutte le pubblicazioni previste (indice dei prezzi al consumo, indice dei prezzi al produttore, indice dei prezzi all'importazione) saranno almeno ai livelli previsti (per non parlare della "zona rossa"), il dollaro si ritroverà sotto significativa pressione. D'altronde, in tal caso, la questione dell'aumento dei tassi nei prossimi due mesi sarà rimossa dall'agenda. Ricordiamo che anche gli ottimi dati sulla disoccupazione non agricola, pubblicati alla fine della scorsa settimana, non hanno aiutato il biglietto verde: secondo il CME FedWatch Tool, la probabilità di un aumento dei tassi di 25 punti base a giugno è solo del 7%. Di conseguenza, la probabilità di mantenere lo status quo è valutata dal mercato al 93%. Da sottolineare che, secondo le previsioni preliminari, gli indici chiave dell'inflazione dovrebbero riflettere un rallentamento dell'inflazione negli Stati Uniti. Se i dati reali coincidono con le previsioni, gli acquirenti tenteranno nuovamente di entrare nella zona 1,11, segnando così lo sviluppo di un trend rialzista.

Ma se, contrariamente alle previsioni, i rapporti sopra menzionati avranno una "sfumatura verde", gli orsi prenderanno sicuramente l'iniziativa: in questo caso è probabile una correzione su larga scala, con il primo obiettivo a 1,0910 (la linea inferiore dell'indicatore Bollinger Bands sul grafico giornaliero) e l'obiettivo principale a 1,0820 (la linea mediana delle Bollinger Bands sul grafico settimanale, coincidente con la linea Tenkan-sen).

Conclusioni

Dopo quasi due mesi di crescita ininterrotta, la coppia EUR/USD si è arenata, riflettendo l'incertezza sia degli acquirenti che dei venditori. I trader non rischiano di posizionarsi né al ribasso nè al rialzo in attesa della pubblicazione dei dati chiave sull'inflazione negli Stati Uniti. I rapporti sull'inflazione sono importanti di per sé, mentre nelle circostanze attuali possono giocare un ruolo decisivo, determinando la direzione del prezzo dell'EUR/USD.

Tenendo conto di tale elevato grado di incertezza, si può supporre che la coppia continuerà a rimanere piatta nel breve periodo (fino al rilascio dell'IPC mercoledì) - scambiando nell'intervallo 1,0960 - 1,1070.