EUR/USD. Il dollaro continua a sprofondare


Ieri, la valuta statunitense ha mostrato un ennesimo vertiginoso salto nel vuoto. Il dollaro è precipitato al minimo annuale in coppia con l'euro. Il trend discendente dell'USD sta guadagnando velocità. Gli analisti intravedono il potenziale per un ulteriore affondamento del biglietto verde e prevedono nuovi record negativi.

Nessun segno di miglioramento in vista

Giovedì, gli orsi del dollaro hanno continuato a mantenere le redini del comando e hanno innescato un'altra sonora vendita della valuta statunitense. L'USD è sceso in tutte le direzioni, portando a un calo dello 0,45% rispetto al paniere principale delle valute, fino a quasi il minimo annuale di 100,78.

Il principale beneficiario della debolezza del biglietto verde è stato l'euro. Al termine delle negoziazioni di ieri, la coppia EUR/USD è salita di oltre lo 0,5% e questa mattina ha raggiunto il livello più alto dell'anno a 1,1075.

La causa del brusco calo del dollaro è stato ulteriore indebolimento delle aspettative "da falco" degli investitori riguardo alla politica monetaria della Federal Reserve.

Ricordiamo che mercoledì sul mercato sono esplose nuove speculazioni riguardo alla possibilità che a giugno la banca centrale americana potrebbe interrompere il rialzo dei tassi di interesse e poi passare a una riduzione.

Il debole dato sull'inflazione negli Stati Uniti per il mese di marzo ha contribuito all'atteggiamento più accomodante. Il mese scorso, la crescita dei prezzi al consumo è rallentata più di quanto gli economisti si aspettassero, aumentando solo del 5% su base annua, mentre a febbraio l'IPC è aumentato del 6%.

I trader hanno visto chiari segni di deflazione, il che li ha spinti a modificare le loro previsioni sulla futura direzione dei tassi di interesse negli Stati Uniti.

Dato che l'inflazione core (che esclude i prezzi volatili di alimentari ed energia) rimane stabile su base annua, gli investitori si aspettano un altro round di inasprimento da parte della Federal Reserve.

Attualmente, la maggior parte dei partecipanti al mercato ritiene che a maggio il regolatore alzerà di nuovo i tassi di interesse del 25 punti base. Questo scenario è stimato a quasi il 70%.

Con tutto ciò, i trader sono convinti che l'aumento di maggio sarà l'ultimo di quest'anno, poiché l'inflazione di fondo negli Stati Uniti non solo si è stabilizzata, ma è entrata in territorio negativo.

Secondo le previsioni di mercato, alla fine dell'anno il tasso di interesse negli Stati Uniti scenderà al 4,34% dal picco previsto del 5,25%.

Ieri, questa visione più ottimistica è stata confermata da una nuova serie di dati statistici. Gli investitori hanno ottenuto due argomentazioni pesanti che indicano un'inversione inevitabile della politica monetaria della Federal Reserve nei prossimi mesi.

In primo luogo, abbiamo visto un altro segnale di debolezza della pressione inflazionistica negli Stati Uniti – una brusca riduzione dell'indice dei prezzi alla produzione. A marzo, l'indice annuale è cresciuto ai ritmi più lenti dal gennaio 2021 e si è attestato solo al 2,7%. Questo è inferiore alle previsioni (3%) e nettamente inferiore al valore di febbraio (4,9%).

In secondo luogo, sul mercato di nuovo si parla di un'imminente recessione. Le preoccupazioni per il rallentamento della crescita economica si sono intensificate dopo la pubblicazione del rapporto di ieri sul mercato del lavoro statunitense.

La pubblicazione settimanale ha mostrato che durante la settimana scorsa, terminata l'8 aprile, il numero di domande iniziali di sussidi di disoccupazione è aumentato di 11mila, a 239mila. Questo è superiore alle previsioni degli economisti.

L'economia statunitense sembra essersi definitivamente fermata dopo un anno di aumento dei tassi. Sta già mostrando segni di rallentamento ed è improbabile che la Federal Reserve decida di peggiorare la situazione dopo le recenti turbolenze nel settore bancario", ha commentato l'analista di FWDBONDS Christopher Rupki.

L'euro è pieno di ottimismo

Considerando il crescente rischio di recessione e il rallentamento dell'inflazione negli Stati Uniti, il mercato non crede più nella determinazione "da falco" della Federal Reserve, cosa che non si può dire della Banca Centrale Europea.

Attualmente, la maggior parte dei trader ritiene che la banca europea abbia molte più opportunità per ulteriori aumenti dei tassi.

L'inflazione nell'eurozona rimane ancora alta (a febbraio l'indicatore annuale è stato dell'8,5%) e l'economia europea, secondo gli ultimi dati, sembra essere in una posizione migliore rispetto a quella americana.

I dati macroeconomici pubblicati giovedì hanno dato un forte supporto all'euro in coppia con il dollaro. A febbraio, la produzione industriale nell'UE è cresciuta del 2% su base annua, rispetto alle previsioni dell'1,5% e al valore precedente dello 0,9%.

Considerando il quadro economico positivo e l'inflazione ancora stabile nell'eurozona, i trader si aspettano che la BCE aumenti i tassi di interesse di 25 punti base a maggio e faccia lo stesso passo a giugno.

Tuttavia, alcuni politici europei non escludono la possibilità di un inasprimento più aggressivo. Recentemente, il membro del consiglio di amministrazione Robert Holzmann ha sostenuto un aumento del tasso di interesse del 50 punti base. E ieri il membro del consiglio di sorveglianza Bostjan Vasle ha espresso anche l'opinione di un possibile aumento dei tassi il prossimo mese di mezzo punto percentuale.

Come vediamo, in questo momento i politici della BCE hanno ambizioni più aggressive rispetto ai loro colleghi americani. Se la retorica degli europei diventerà ancora più dura la prossima settimana, quando verrà pubblicato il dato sull'inflazione dell'UE per il mese di marzo, ciò fungerà da carburante per la coppia EUR/USD.

Ma non anticipiamo gli eventi. Oggi l'attenzione dei trader che negoziano l'asset euro-dollaro sarà rivolta alla pubblicazione del dato dell'indice di base delle vendite al dettaglio negli Stati Uniti per il mese di marzo. Gli economisti prevedono una diminuzione dell'indice dal -0,1% al -0,4%.

Il rallentamento dell'indice core delle vendite al dettaglio indica un raffreddamento dell'economia americana e un indebolimento dell'inflazione. Se la previsione verrà confermata, questo indebolirà ulteriormente le aspettative da falco del mercato riguardo alla futura politica monetaria della Fed. In tal caso, il dollaro scenderà ancora di più rispetto all'euro. Se oggi la coppia EUR/USD non scende al di sotto del massimo di febbraio intorno a 1,1035, ha la possibilità di testare il livello 1,1185, il massimo di marzo 2022.